I SOLDI DEL TEST… MA CHI SE LI MERITA?
Quest’anno l’inizio dell’anno accademico sarà molto probabilmente un non inizio: centinaia di corsi in tutti gli atenei rischiano infatti di non partire data la legittima protesta portata avanti dai ricercatori universitari che rifiutano di assumersi, gratuitamente o quasi, compiti didattici che, per legge, non sono assolutamente obbligati a fare. Finora con la loro dedizione, con la loro passione hanno tenuto in piedi il sistema universitario impedendone il collasso. Ora, di fronte ai tagli massicci di Tremonti, al blocco del ricambio generazionale del corpo docente contenuti nella Legge 133/08 ed alla riforma universitaria attualmente in discussione alla Camera, hanno deciso di dire basta. La riforma della Gelmini infatti unisce a una pericolosa retorica sull’efficienza e sul merito (in nome della quale, ad esempio, si fanno entrare negli organi decisionali accademici i privati a scapito del potere decisionale di studenti e lavoratori, oppure si impone di sostenere questi costosi ed arbitrari test di ingresso) lo screditamento sociale ed economico del loro ruolo che viene addirittura messo ad esaurimento per essere sostituito da contratti precari.
Come conseguenza, le migliaia di studenti che in questi giorni si apprestano ad effettuare i test d’ingresso farsa nelle facoltà a numero chiuso, dopo aver pagato fior di quattrini per iscriversi a tali prove ed averle eventualmente superate si troveranno molto probabilmente nell’impossibilità di frequentare questi stessi corsi di laurea.
MANGIAMOCI SOPRA? NEANCHE PER SOGNO!!!
Gli studenti di Città Studi si troveranno inoltre di fronte ad un ulteriore attacco al loro diritto allo studio: l’assenza della mensa universitaria di via Golgi, la più grande del polo universitario. Questa mensa, al centro di una lunga lotta portata avanti dagli studenti e dai lavoratori della mensa stessa durante lo scorso anno accademico, è stata infatti ridimensionata dal Politecnico diminuendo drasticamente sia la qualità che la quantità del servizio offerto agli studenti. E, ciliegina sulla torta, la mensa è attualmente inagibile a causa di un incendio doloso appiccato nel mese di agosto, le cui cause vanno ricercate nelle logiche mafiose che regolano la gestione degli appalti ad aziende private di servizi che dovrebbero invece essere garantiti in modo trasparente dagli enti pubblici. Ed è vergognoso che alcuni giornali abbiano tentato di addossare la responsabilità a noi, studenti e lavoratori, che vogliamo la mensa aperta e potenziata. E’ la strada più semplice per criminalizzare e soffocare le voci che in questa città si levano in difesa di diritti basilari e sacrosanti (diritto allo studio, diritto al lavoro, diritto all’istruzione pubblica).
Non ci fermiamo qua.