Volantinaggio ai test d’ingresso in Statale

I SOLDI DEL TEST… MA CHI SE LI MERITA?

Quest’anno l’inizio dell’anno accademico sarà molto probabilmente un non inizio: centinaia di corsi in tutti gli atenei rischiano infatti di non partire data la legittima protesta portata avanti dai ricercatori universitari che rifiutano di assumersi, gratuitamente o quasi, compiti didattici che, per legge, non sono assolutamente obbligati a fare. Finora con la loro dedizione, con la loro passione hanno tenuto in piedi il sistema universitario impedendone il collasso. Ora, di fronte ai tagli massicci di Tremonti, al blocco del ricambio generazionale del corpo docente contenuti nella Legge 133/08 ed alla riforma universitaria attualmente in discussione alla Camera,  hanno deciso di dire basta. La riforma della Gelmini infatti unisce a una pericolosa retorica sull’efficienza e sul merito (in nome della quale, ad esempio, si fanno entrare negli organi decisionali accademici i privati a scapito del potere decisionale di studenti e lavoratori, oppure si impone di sostenere questi costosi ed arbitrari test di ingresso) lo screditamento sociale ed economico del loro ruolo che viene addirittura messo ad esaurimento per essere sostituito da contratti precari.

Come conseguenza, le migliaia di studenti che in questi giorni si apprestano ad effettuare i test d’ingresso farsa nelle facoltà a numero chiuso, dopo aver pagato fior di quattrini per iscriversi a tali prove ed averle eventualmente superate si troveranno molto probabilmente nell’impossibilità di frequentare questi stessi corsi di laurea.

MANGIAMOCI SOPRA? NEANCHE PER SOGNO!!!

Gli studenti di Città Studi si troveranno inoltre di fronte ad un ulteriore attacco al loro diritto allo studio: l’assenza della mensa universitaria di via Golgi, la più grande del polo universitario. Questa mensa, al centro di una lunga lotta portata avanti dagli studenti e dai lavoratori della mensa stessa durante lo scorso anno accademico, è stata infatti ridimensionata dal Politecnico diminuendo drasticamente sia la qualità che la quantità del servizio offerto agli studenti. E, ciliegina sulla torta, la mensa è attualmente inagibile a causa di un incendio doloso appiccato nel mese di agosto, le cui cause vanno ricercate nelle logiche mafiose che regolano la gestione degli appalti ad aziende private di servizi che dovrebbero invece essere garantiti in modo trasparente dagli enti pubblici. Ed è vergognoso che alcuni giornali abbiano tentato di addossare la responsabilità a noi, studenti e lavoratori, che vogliamo la mensa aperta e potenziata. E’ la strada più semplice per criminalizzare e soffocare le voci che in questa città si levano in difesa di diritti basilari e sacrosanti (diritto allo studio, diritto al lavoro, diritto all’istruzione pubblica).
Non ci fermiamo qua.

NO ALLO SMANTELLAMENTO DELL’UNIVERSITA’ PUBBLICA

DIFENDIAMO IL DIRITTO ALLO STUDIO

Comitato Giù le mani dalla mensa

http://giulemanidallamensa.noblogs.orgretazione@libero.it

Leggi: comunicato stampa

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Da un anno ci battiamo come lavoratori, professori e studenti perchè la mensa di via Golgi non venga ridimensionata ma anzi migliori il servizio di ristorazione e di spazio comune dell’intero polo di Città Studi. Siamo convinti che il diritto allo studio (e quindi anche il diritto ad un pasto caldo a prezzi calmierati) debba essere sempre garantito da un’Università pubblica.

Per questo abbiamo lottato perchè la mensa rimanesse aperta, venisse ristrutturata e potesse offrire servizi al massimo delle sue potenzialità.

Per questo consideriamo vergognoso e inquietante quello che è successo nella notte tra il 10 e l’11 agosto 2010 in via Golgi.

E’ altrettanto vergognoso che alcuni giornali tentino di far passare l’assurdo teorema per cui chi vuole la mensa aperta e potenziata se la chiuda col fuoco. E’ la strada più semplice per criminalizzare e soffocare le voci che si levano in difesa di diritti basilari e sacrosanti (diritto allo studio, diritto al lavoro, diritto all’istruzione pubblica), voci  che si moltiplicano in una metropoli che ormai non offre più nulla che non sia a favore degli interessi privati di pochi, quando invece le responsabilità di questo gesto sono da cercare altrove: sono da cercare nella gestione esternalizzata ed appaltata dei servizi universitari che l’università in quanto istituzione pubblica dovrebbe offrire ai propri studenti e lavoratori; sono da cercare nelle guerre fra le imprese che nella Milano dell’Expo tentano in tutti modi, anche con gli avvertimenti di stampo mafioso, di aggiudicarsi il maggior numero possibile di appalti pubblici.

Chi ci guadagnerà? Non lo sappiamo dire con certezza, ma con certezza indiscutibile possiamo affermare che
chi ci rimetterà di più saranno gli studenti, ricercatori e professori che da settembre saranno costretti a spendere molti soldi in coda nei bar della zona, il più delle volte per un semplice panino; e ci rimetteranno i lavoratori della mensa che, se dopo molti mesi di lotta avevano scampato la mobilità a zero ore ed ottenuto l’assunzione a tempo indeterminato, adesso non potranno lavorare per chissà quanti altri mesi.

Collettivo Cittastudi

Comitato “Giù le mani dalla Mensa”

Articoli: repubblica , corriere .

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LUNEDI’ 14/6 ASSEMBLEA

Nella mattinata di lunedì 14/6 i lavoratori (in sciopero) e il comitato "giù le mani dalla mensa" incontreranno la dirigenza del Politecnico per avere risposte chiare in un quadro in cui l’unica certezza sembra essere proprio la chiusura della mensa: nessuna garanzia per i lavoratori, nessuna garanzia circa servizi alternativi.

A seguito di quanto emergerà in quest’incontro, invitiamo tutti

 LUNEDI’ 14/6 h 13 davanti alla MENSA

 
ASSEMBLEA PUBBLICA per RILANCIARE LA MOBILITAZIONE

Comitato "giù le mani dalla mensa"

http://giulemanidallamensa.noblogs.org

retazione@libero.it

SULLA CHIUSURA DELLA MENSA DI VIA GOLGI

SITUAZIONE ATTUALE

Nota Bene: i dati che seguono non sono ancora stati
ufficializzati, non sappiamo quindi quanto queste “promesse” siano reali né se
saranno realmente realizzate, non sappiamo neanche se – oltre alle intenzioni –
ci siano le autorizzazioni necessarie per gli adeguamenti strutturali previsti.
Non sappiamo ancora inoltre quale sarà il futuro lavorativo del personale
attualmente impiegato nella mensa di via Golgi. Insomma, la
chiusura della mensa continua ad essere un salto nel buio per tutta città
studi!

Unimi, Polimi e CIDiS si sono incontrati due volte con
l’assessore Rossoni, più altre due volte per riunioni tecniche con gente della
Regione. Mai con il comitato né con altri rappresentanti dell’utenza. In
sostanza, la Regione dice che il Politecnico può fare quello che vuole, non lo
penalizzerà sul fronte assegnazione dei fondi per il diritto allo studio e non
darà un centesimo alla Statale. C’è quindi un accordo di massima tra tutti e 3,
che però deve ancora essere ufficializzato da un comunicato della Regione che
sta tardando ad essere emesso. È un accordo che sostanzialmente fa in tutto e
per tutto il gioco del Politecnico.

Poli: come da
delibera del 24 novembre dovrebbe provvedere 100 posti in più alla casa dello
studente (in scantinato), 80 in via Bonardi (bar/tavola calda di ingegneria,
cioè scantinato) e x (180 forse) alla nuova tavola calda di via Golgi,
ampliamento del bar attuale. Parlando in mensa si favoleggia di isole pizza e
self-service, ma nessuno ha visto il progetto. Regalerà alla statale qualche
tavolo e attrezzatura varia della mensa di via Golgi e presterà due aule
ricavate dalla stessa per sostituire quelle perse in Clericetti, almeno finché
l’edificio non sarà demolito (fra tre anni pare). Ci sono poi le sbandierate
convenzioni coi bar.
Statale: le due aule del centro
universitario di Clericetti (ma altre voci dicono che invece sarà smantellata
la mediateca, dato che su è troppo piccolo) verranno usate per ricavare una
tavola calda da 200-250 posti (con convenzioni CIDiS), la sala dei professori
sarà sistemata, l’area della mensa liberata dal bar (à aumento di qualche
posto, 50?) e la cucina potenziata (tutto ciò dovrebbe essere operativo a
settembre e il costo, di 90.000 €, sarà coperto dal gestore in cambio
dell’aumento della durata dell’appalto di un anno). La terrazza della Balena
(l’edificio di fronte alla mensa, dall’altra parte di via Golgi) sarà chiusa
con una vetrata a e l’aula studio adiacente sarà attrezzata per essere usata
nelle ore di punta; i 200 posti circa ricavati saranno usati per una nuova
tavola calda (inizialmente solo tavola fredda, finché non ci si organizza
coll’attuale gestore del bar) [anche questo forse già da settembre]. Per il
personale ci saranno due convenzioni con le mense di IEO e CNR.

Il personale della mensa, fra tempi
parziali e altro, da 40 unità circa realmente impiegate è sceso a 33 e poi a 22
effettivi da contratto, e teoricamente sarà tutto riassorbito fra SeRist e
ampliamenti vari qua e là.

Sunto sul servizio
coi dati parziali di cui disponiamo

Contando 180 posti in più alla tavola calda di Golgi e 50
alla mensa di Clericetti, si arriva a:

        
360 posti in più del Poli, di cui SOLO 100 di mensa (ammesso
che nella casa dello studente ci sia una mensa e non una tavola calda, da
verificare);

        
450 posti in più della Statale, di cui solo i pochissimi
(credo non più di 50 ma da verificare) dell’ampliamento di Clericetti di mensa.

 

Totale:

meno 650 (giusto?) posti di mensa di via Golgi 20;

più 810 in totale, di cui solo 150 di mense (e 660 di tavole
calde);

differenza posti totale: + 160;

differenza posti di mensa: – 500.

Com’è che suona amaro?

 

PERCHE’ NON CI STA
BENE?

Innanzitutto, non ci fidiamo. Vogliamo vedere tutto nero su
bianco, c’è una mancanza di trasparenza inaccettabile da parte di tutti.

È inammissibile che si sia decisa la chiusura senza prima
avere già pronte le alternative (tutt’ora i progetti alternativi non sono ben
definiti!!!), è intollerabile che chiudano senza averle già operative. È
inaccettabile che ancora oggi noi non sappiamo dove andremo a mangiare e con
quali convenzioni, e che i lavoratori non sappiano cosa ne sarà del loro posto
di lavoro.

Detto questo, solleviamo i seguenti punti:

 

1)     
Stando ai dati (ma già si vocifera che non ci sono i tempi o
le autorizzazioni per certi ampliamenti), i 
posti totali di città studi vengono compensati ed anzi incrementati
(anche se non abbastanza, a giudicare dalle file e dalla gente che mangia in
posti a caso visibilmente a disagio), ammesso che non buttino giù via Golgi tra
3 anni con super tavola calda annessa. Su questo siamo d’accordo. Una prima
problematica è però che vengono sottratti altri spazi (aule studio per la
Statale, sala stampa attigua al bar in Bonardi per il Poli), questo in una
situazione di evidente carenza di spazi per gli studenti.

2)     
Qualità degli spazi: gran parte dei posti compensati dal Poli
si trova in scantinati, e non sappiamo quanto gli spazi previsti siano adeguati
a contenere il numero di posti promessi da entrambi gli atenei (si rischia
l’effetto sardina, anche perché si finirebbe in spazi più piccoli dove più si
fa sentire il sovraffollamento). Senza contare che la struttura di via Golgi è
pensata proprio per essere una mensa: ampie vetrata per garantire un’ottima illuminazione
naturale, spazi ampi e pannelli fonoassorbenti sul soffitto, cucine vicino ai
posti a sedere. Insomma, a scapito di un sicuro problema di dispersione
termica, la qualità messa a disposizione dell’utenza è sicuramente difficile da
replicare, soprattutto in scantinati o edifici progettati per altri scopi. Uno
spazio così potrebbe inoltre diventare una risorsa per tutti anche in orari
diversi da quello di mensa (ad es. come aula studio o per l’organizzazione di
iniziative), e verrebbe così compensato lo spreco di utilizzare un edificio con
tanta dispersione termica solo per poche ore.

3)     
Qualità dei pasti: una mensa è ben diversa da una tavola
calda, che serve pasti surgelati e panini. Dal punto di vista alimentare quindi
la riduzione di 500 unità dei posti mensa effettivi è un peggioramento
evidente. Inoltre se per una mensa si può fare un discorso di miglioramento
della qualità del cibo – e parlare anche di sostenibilità ambientale con una
mensa a km0 -, sono evidenti in tal senso i limiti di una tavola calda che
serve pasti preconfezionati.

4)     
La mensa di via Golgi è una risorsa e un bene comune per tutta
città studi, l’utenza è composta da studenti e lavoratori di poli e statale,
nonché lavoratori della zona (centri pubblici e non). È garanzia di rispetto
del diritto allo studio per tutti – non solo gli studenti borsisti – perché
consente un pasto completo a prezzi calmierati. Vogliamo anche capire come
saranno le fasce e i buoni pasto, non è ancora del tutto chiaro. Non siamo
affatto sicuri che i prezzi non saliranno (tra l’altro alla mensa in Clericetti
è appena successo).

5)     
Socialità: un posto così grande, dove è possibile mangiare con
calma senza l’effetto panino-e-via, permette l’incontro e lo scambio tra
studenti (e non) delle più disparate provenienze accademiche, fattore che
andrebbe perso frammentando il servizio in una miriade di posti inospitali e
desocializzanti. Il senso di collettività della comunità accademica nasce anche
da questi aspetti.

6)     
Non siamo d’accordo col processo di disimpegno del pubblico
dal garantire i servizi essenziali, né con la concorrenza tra atenei (effetto
ovvio e deleterio della legge sull’autonomia finanziaria). Il diritto allo
studio è lo stesso per tutti gli studenti, Poli, Statale e Regione dovrebbero
accordarsi per un servizio comune realmente economico e di qualità, anziché
cercare di farsi le scarpe a vicenda. Obiettivo che sarebbe più facilmente
perseguibile oltretutto se si gestisse direttamente il servizio senza ricorrere
ad appalti ed esternalizzazioni, che aprono la porta a speculazioni, mancanza
di trasparenza e diminuzione dei diritti del personale. La chiusura della mensa
di via Golgi è un primo passo di un progressivo disimpegno, sarà infatti più
facile chiudere mano a mano locali più piccoli e demandare sempre più il
servizio alla ristorazione privata.

7)    
È inaccettabile e non può diventare la norma il modo in cui
sono state prese le decisioni, ad ogni livello. Il Poli ha fatto il sondaggio
sull’utenza a luglio (quando di studenti ce n’è ben pochi) e ha deciso arbitrariamente
(con un voto di CdA) di chiudere senza coinvolgere nella decisione le parti
sociali che avrebbero subito la decisione: lavoratori, studenti dei due atenei
(utenza in generale), neanche l’università Statale e la Regione a quanto pare.
C’è stata anche una mancanza totale di trasparenza, perché nessuno
(inizialmente neanche le istituzioni) è stato informato di queste decisioni
fino a che è stato possibile. Questo deficit è stato una costante durante
questi mesi, con voci ufficiose che si rincorrevano senza che ci fosse una
presa di posizione pubblica e chiara. Ancora adesso non ci sono state
comunicazioni ufficiali su quanto succederà l’anno prossimo. È una logica che
non deve e non può passare. La trasparenza e la democrazia devono essere alla base
di ogni decisione, soprattutto quelle che riguardano i beni comuni e i servizi
gestiti da enti pubblici. Nella stessa direzione si sono mossi la Statale e la
Regione che (nonostante le richieste) non hanno mai interpellato le parti
sociali nel definire il futuro della ristorazione in Città Studi.

Concludendo: nessuno si permetta di dire che
l’”accordo” trovato ha il consenso delle parti sociali, visto che queste sono
state sistematicamente ignorate. Non ci fermiamo e continuiamo a chiedere:

1)     
che sia ritirata subito la decisione di chiudere la
mensa di via Golgi;

2)     
che un’eventuale ristrutturazione del servizio mensa di
città studi venga discussa in modo realmente democratico, e abbia come
obiettivo garantire il diritto allo studio degli studenti di entrambi gli
atenei, il diritto a un pasto completo decente ed economico per tutta la
comunità di Città Studi, il rispetto dei lavoratori impiegati nel servizio.

 

Comitato “Giù le mani dalla mensa”

http://giulemanidallamensa.noblogs.org

retazione@libero.it

 [
Qui il comunicato in formato doc]

 

IL PUNTO DELLA SITUAZIONE

 

Dopo la lettera scritta dal Comitato "Giù le Mani dalla Mensa" in data 17/11/09 il Politecnico di Milano ha prorogato la chiusura della mensa di sette mesi. Noi però non ci siamo fermati e, dopo l’occupazione del rettorato avvenuta il giorno stesso della delibera, abbiamo occupato la mensa il 10/12/2009. Ma neanche questo è bastato a smuovere le "calme acque" del Politecnico! Così ieri, 15/12/09, richieste alla mano siamo stati ricevuti dal CdA della Statale, che, grazie alle pressioni della Facoltà di Scienze MFN stessa, di città studi, dei suoi studenti e dei lavoratori della mensa, ha approvato una mozione nella quale dà "mandato al Rettore perché, in collaborazione con il presidente del CIDiS, ciascuno per quanto di propria competenza, prosegua le trattative e la collaborazione con il Politecnico di Milano", chiedendo quindi un tavolo di confronto fra gli Enti interessati al fine di garantire il servizio mensa ai propri lavoratori e studenti, appellandosi anche al diritto di studio.

Forti di questa nuova posizione della Statale abbiamo interrotto il CdA del Politecnico per informare i suoi membri degli sviluppi e pretendendo una presa di posizione chiara da parte del Politecnico. Abbiamo ribadito che questo ha il dovere di impegnarsi a instaurare il tavolo di trattativa, interpellando oltre agli attori istituzionali una delegazione del comitato studenti-lavoratori nato in difesa della mensa.
Benché il tenore delle risposte avute dal Rettore siano state vaghe come d’abitudine, questa volta abbiamo ricevuto una debole apertura al
dialogo con l’ Università degli Studi di Milano purché questa sia in grado di garantire quattro aule al Politecnico. Difatti ci è stato comunicato, proprio ieri in CdA, che la causa prima della chiusura della Mensa di via Golgi 20 è la necessità del Politecnico di qualche aula per completare i lavori di manutenzione e miglioramento dei suoi stabili,motivazione tanto futile quanto chiaramente strumentale ad altre mire.

Il Comitato non si ferma qui è continuerà a chiedere al Politecnico come alla Statale:

    *La revoca della chiusura della mensa di Via Golgi e di riconoscerne il valore anche sociale.

    *L’apertura di un tavolo di trattativa Politecnico, Statale, CIDiS,  Regione al fine di garantire un servizio mensa di qualità e comune
      a tutta città studi.

    *Di includere in questa trattativa una rappresenta mista lavoratori-studenti del "Giù le Mani dalla Mensa"

Inoltre chiunque di voi sia a conoscenza o trovi delle aule libere in città studi è quindi pregato di comunicarlo con urgenza direttamente ai CdA di Politecnico e Statale o su http://giulemanidallamensa.noblogs.org . Qui troverete anche il materiale informativo e tutti i nuovi sviluppi della lotta del comitato.

Contatti: retazione@libero.it . Il comitato si riunisce tutti i giovedì alle h 15 in mensa, via Golgi 20.

Materiali: lettera del Comitato giù le mani dalla mensa al cda della Statale , lettera al cda del Politecnico , mozione approvata dal cda della Statale , mozione approvata dalla facoltà di Scienze MMFFN. Video dell’intervento al CdA della Statale:


http://www.youtube.com/watch?v=r-20I_plDE0
 

AGGIORNAMENTO

Mercoledì 16 dicembre una delegazione dei sindacati di base e del comitato "giù le mani dalla mensa" è stata ricevuta in Regione da esponenti di tutti i gruppi consiliari (maggioranza e opposizione), all’interno di una mobilitazione più generale. E’ stata sollevata anche la questione della mensa di via Golgi e distribuita una lettera del Comitato e la delibera della Statale. Tutti i consiglieri presenti hanno assicurato che a gennaio partiranno gli incontri con l’assessore regionale al Lavoro e alla Pubblica Istruzione (Rossoni) per affrontare la questione.

10 DICEMBRE: OCCUPATA LA MENSA DI VIA GOLGI

Occupata questo pomeriggio la mensa universitaria di via Golgi 20 in città studi dal comitato giù le mani dalla mensa e altri studenti, per richiamare l’attenzione sul problema della chiusura di questo servizio essenziale per la zona, decisa unilateralmente dal politecnico.
Si stanno svolgendo le iniziative previste, i gruppi di lavoro di studenti di vari collettivi universitari su diritto allo studio e processo di Bologna. Vogliamo dimostrare come sia possibile utilizzare gli spazi della mensa per momenti di confronto, socialità, autoformazione.
Alle 20 è prevista la cena, alle 21 assemblea pubblica sui beni comuni, con interventi del comitato acqua, del comitato noexpo e degli studenti.
dalle 23 dj-set.

Domattina appuntamento alle 8:30 alla mensa in occasione dello sciopero dell’università, ci muoveremo insieme per raggiungere il corteo studentesco di cairoli.

http://cittastudi.noblogs.org
http://giulemanidallamensa.noblogs.org

 

 MATERIALI PRODOTTI O UTILIZZATI NEI GRUPPI DI LAVORO

Gruppo sul diritto allo studio: gruppo sul diritto allo studio.doc , UNI_PUBBLICA_X_TUTTI[1].doc (by riscossa_studentesca), altri materiali dal collettivo città studi .

Gruppo sul Processo di Bologna: volantone_processo di bologna.doc e ISM.doc (international students movement) by riscossa_studentesca.

Assemblea sui beni comuni: locandina con testo , Comitati per l’Acqua , Comitato NoExpo .

GIOVEDI’ 10 DICEMBRE GIORNATA APERTA IN MENSA

Qui la locandina e il flyer . 

Testo verso l’assemblea sui beni comuni:

ACQUA, TERRITORI, DIRITTO ALLO STUDIO:

DIFENDIAMO I BENI COMUNI 

Cos’è un bene comune? È innanzitutto qualcosa che motiva l’idea stessa di società, un vantaggio per tutti e di cui tutti si devono prendere carico. Sono beni comuni l’istruzione, l’acqua, la sanità, i trasporti, i territori, gli spazi di socialità e di partecipazione democratica popolare e diretta, …

Sono risorse della collettività, delle quali la collettività deve avere il controllo. Parliamo di collettività in senso lato e non per forza di Stato, consci però che nell’attuale sistema politico i privati agiscono secondo il proprio personale interesse ed evadono qualunque controllo della collettività sul proprio operato. 

Se il sentimento collettivo passa attraverso la coscienza di quali sono i beni comuni, i continui attacchi alla gestione pubblica di questi beni (a  vantaggio della speculazione dei privati) è il sintomo di un problema ben più grave: sotto attacco è il senso del comune, sostituito dal mito del profitto, dell’efficienza, della competitività. All’individuo attivo nella società, responsabile della propria vita, stanno sostituendo l’individuo isolato, insicuro, protetto e controllato a vista da un ordine pubblico sempre più invadente, allontanato dagli ambiti decisionali, spaventato all’idea che la società sia qualcosa da determinare anziché qualcosa da cui dipendere.  

Sottrarre alla collettività il controllo dei beni comuni è il primo passo per  sottrarle il proprio potere decisionale, privandola della coscienza di avere diritto a questo potere. È parte di una svolta autoritaria, a vantaggio  dei soliti pochi. Significa impedire al cittadino di vivere con coscienza il proprio ruolo, spogliare la parola “democrazia” della sua natura di evento popolare, partecipato e  diretto, per sostituirla con la delega passiva e assoluta al governante di turno.

Sta succedendo all’istruzione, nelle scuole e nelle università, sempre più autoritaria e meno critica. Sta succedendo ai territori (Val di Susa – TAV, Vicenza – Aeroporto Dal Molin, zona dell’Expo, etc), dove i mutamenti necessari al “progresso” vengono attuati ignorando l’opinione dei cittadini (fintantoché questi non insorgono).

Sta succedendo coi servizi locali, per i quali è stato da poco stabilito un tetto del 30% alla partecipazione pubblica.

Succede in numerosi “piccoli” casi, come quello della mensa universitaria di via Golgi: un servizio usufruito ogni giorno da migliaia di persone – studenti e lavoratori – in piena città studi, un luogo (economico) di socialità e un bene comune che il Politecnico vorrebbe sostituire con la ristorazione privata della zona, senza avere interpellato nessuno, senza nessuna preoccupazione per la sorte dei lavoratori di questo posto. 

E poi l’acqua. Le prime civiltà si sono formate proprio dal comune utilizzo di questa risorsa, ancora oggi per il controllo delle risorse idriche si scatenano guerre, è considerata una ricchezza al punto da essere chiamata oro blu. Il governo italiano ha deciso di privatizzarla, essendo questa inserita nelle norme sui servizi pubblici locali.Intorno all’acqua da anni si costruiscono reti e lotte, vogliamo approfondire questa tematica perché riconosciamo l’importanza di questa risorsa come bene comune.

Per questo invitiamo gli studenti e la cittadinanza a partecipare ad una 

ASSEMBLEA PUBBLICA CITTADINA

giovedì 10 dicembre h 21

alla MENSA UNIVERSITARIA di via Golgi 20 

L’acqua, bene comune fondamentale: problematiche globali, tentativi di privatizzazione e lotte per la sua difesa. A cura del Comitato Milanese per l’Acqua. 

A seguire interventi di:

 Comitato “giù le mani dalla mensa”

 Comitato No Expo, il territorio come bene comune.

 Studenti delle università in lotta: diritto allo studio, ricerca, arte e cultura come beni comuni.  

Collettivo Cittastudi

Comitato Giù le mani dalla Mensa

Locandina dell’assemblea in formato pdf: BENI_COMUNI.pdf .